Incontinenza urinaria

Incontinenza urinaria nei bambini: quando preoccuparsi e cosa fare

L’incontinenza urinaria nei bambini, ovvero la perdita involontaria di urina, è un disturbo più comune di quanto si pensi. Se è normale che i piccoli abbiano incidenti nei primi anni di vita, in alcuni casi il problema può persistere anche dopo i 5 anni, creando disagio sia per il bambino che per la famiglia.

Cos’è l’incontinenza urinaria?

Si parla di incontinenza quando il bambino, in età in cui dovrebbe già aver acquisito il controllo della vescica, continua a bagnare il letto durante la notte (enuresi notturna) o a perdere urina durante il giorno (incontinenza diurna). A volte può verificarsi in entrambe le situazioni.

Quando consultare uno specialista?

È consigliabile rivolgersi a un urologo pediatra quando:

  • Il bambino ha più di 5 anni e bagna regolarmente il letto.

  • Si verificano episodi frequenti di incontinenza durante il giorno.

  • Sono presenti sintomi associati come bruciore, urgenza minzionale o infezioni urinarie ricorrenti.

  • Il problema causa disagio psicologico o difficoltà nelle relazioni sociali.

Cause comuni

L’incontinenza può essere legata a:

  • Ritardi nello sviluppo del controllo vescicale.

  • Abitudini scorrette (ad esempio, trattenere troppo a lungo la pipì).

  • Infezioni urinarie.

  • Stitichezza.

  • Malformazioni del tratto urinario o disfunzioni neurologiche (più rare).

Come si fa la diagnosi

L’urologo pediatra raccoglie un’anamnesi accurata e, se necessario, prescrive esami come:

  • Esame delle urine.

  • Ecografia renale e vescicale.

  • Diario minzionale.

  • Uroflussometria (esame non invasivo che valuta la modalità della minzione).

Le opzioni di trattamento

Il trattamento dipende dalla causa sottostante e può includere:

  • Educazione e modifiche comportamentali.

  • Terapie mediche (farmaci specifici).

  • Fisioterapia del pavimento pelvico.

  • In casi selezionati, interventi chirurgici.

Il ruolo della famiglia

Il supporto dei genitori è fondamentale. È importante non colpevolizzare il bambino e affrontare il problema con serenità, rassicurandolo e coinvolgendolo nel percorso terapeutico.