Idronefrosi prenatale
Che cos’è l’idronefrosi?
L’idronefrosi è una dilatazione delle cavità del rene (pelvi e calici renali) causata da un rallentato o ostacolato deflusso dell’urina verso la vescica. È una condizione che può essere rilevata già durante l’ecografia prenatale, quando il rene del feto appare più “gonfio” del normale.
Perché si riscontra durante la gravidanza?
Grazie ai controlli ecografici di routine, oggi è frequente identificare l’idronefrosi già nelle prime settimane di gestazione. Nella maggior parte dei casi si tratta di un reperto transitorio o lieve, che tende a risolversi spontaneamente senza conseguenze. In altri casi, invece, l’idronefrosi può essere il segnale di un’ostruzione più significativa o di un reflusso di urina dalla vescica verso il rene, che richiedono un follow-up specialistico.
Quali sono le cause principali?
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Ostruzione a livello della giunzione pielo-ureterale (tra rene e uretere).
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Reflusso vescico-ureterale, cioè il ritorno di urina dalla vescica verso il rene.
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Ostruzione a livello dell’uretere o della vescica (più raro).
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Idronefrosi fisiologica lieve, senza una vera patologia sottostante.
Cosa succede dopo la nascita?
Dopo il parto, il neonato viene seguito con ecografie renali ripetute e, se necessario, con esami di approfondimento (cistografia, scintigrafia renale). Questi accertamenti servono a distinguere i casi che non necessitano di intervento da quelli in cui può essere utile un trattamento chirurgico o una terapia medica preventiva.
Come viene trattata?
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Nei casi lievi, il trattamento non è necessario: basta il monitoraggio ecografico.
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In presenza di rischio di infezioni urinarie, può essere prescritta una profilassi antibiotica a basso dosaggio.
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Nei casi più complessi, se l’idronefrosi è legata a un’ostruzione significativa che può danneggiare il rene, lo specialista può proporre un intervento chirurgico mini-invasivo per ristabilire il normale flusso urinario.
Prognosi e rassicurazione per i genitori
La maggior parte dei bambini con idronefrosi prenatale cresce senza problemi e senza danni permanenti ai reni. Solo una minoranza necessita di interventi chirurgici. Un attento monitoraggio da parte dell’urologo pediatra e del pediatra curante permette di garantire una gestione sicura e personalizzata per ogni bambino.