Ernia diaframmatica congenita: diagnosi, trattamento e prognosi
L’ernia diaframmatica congenita (CDH) è una malformazione presente fin dalla nascita, in cui si verifica un difetto del diaframma — il muscolo che separa il torace dall’addome — che consente a uno o più organi addominali (stomaco, intestino, milza o fegato) di risalire nel torace, ostacolando lo sviluppo dei polmoni.
Si tratta di una condizione rara, ma potenzialmente grave, che richiede un approccio multidisciplinare e un intervento chirurgico precoce da parte di un’équipe pediatrica specializzata.
Cos’è l’ernia diaframmatica congenita
Durante la vita fetale, il diaframma si forma tra la 8ª e la 10ª settimana di gestazione. In alcuni casi, il processo di fusione non è completo e si crea un’apertura (ernia) attraverso cui gli organi addominali possono migrare nel torace.
Il tipo più comune è:
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Ernia di Bochdalek (oltre il 90% dei casi): localizzata posterolateralmente, più spesso a sinistra.
Altri tipi meno frequenti includono:
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Ernia di Morgagni (anteriore)
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Ernie centrali o difetti diaframmatici complessi
Come viene diagnosticata
Nella maggior parte dei casi, la CDH viene identificata durante la gravidanza, tramite ecografia morfologica di secondo livello. L’ecografia può mostrare:
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Lo spostamento del cuore verso destra
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Presenza dello stomaco o di anse intestinali nel torace
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Riduzione del polmone ipsilaterale (ipoplasia polmonare)
In alcuni casi, la diagnosi avviene alla nascita, quando il neonato presenta difficoltà respiratorie gravi e distensione addominale.
Esami utili per la valutazione postnatale:
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Radiografia del torace
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Ecografia addominale e toracica
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TAC o risonanza magnetica in casi selezionati
Come si presenta alla nascita
I neonati con CDH possono manifestare:
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Insufficienza respiratoria immediata o progressiva
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Cianosi e ipossia
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Torace asimmetrico, con ridotto murmure polmonare
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Addome “scavato” per la migrazione degli organi
La gravità del quadro clinico dipende da:
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Estensione del difetto diaframmatico
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Organi erniati nel torace
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Sviluppo polmonare (ipoplasia polmonare)
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Presenza di ipertensione polmonare persistente
Trattamento
Il trattamento dell’ernia diaframmatica congenita prevede due fasi fondamentali:
1. Stabilizzazione del neonato
Il neonato viene assistito in Terapia Intensiva Neonatale (TIN) con:
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Supporto respiratorio (ventilazione meccanica o ossigenazione extracorporea – ECMO – nei casi più gravi)
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Monitoraggio emodinamico e correzione dei disturbi dell’equilibrio acido-base
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Controllo dell’ipertensione polmonare
2. Intervento chirurgico
Una volta stabilizzate le condizioni cliniche, si procede alla correzione chirurgica del difetto diaframmatico, che consiste nel:
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Ridurre gli organi erniati in addome
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Ricostruire il diaframma (con sutura diretta o con protesi nei difetti estesi)
L’intervento può essere eseguito per via addominale o toracica, a seconda delle caratteristiche anatomiche e dell’esperienza del centro.
Il decorso post-operatorio
Il recupero dipende in gran parte dalla funzionalità polmonare residua. Alcuni bambini richiedono:
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Supporto respiratorio prolungato
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Nutrizione parenterale o sondino
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Fisioterapia respiratoria
Nel lungo termine, è necessario monitorare:
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La crescita e lo sviluppo polmonare
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Eventuali recidive dell’ernia
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Disturbi dell’alimentazione o del reflusso gastroesofageo
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Alterazioni ortopediche o scoliosi (nei casi con difetti estesi o ricostruzione protesica)
Prognosi
La prognosi della CDH è migliorata negli ultimi decenni grazie ai progressi nella diagnosi prenatale, alla gestione intensiva neonatale e alla chirurgia pediatrica.
I fattori prognostici più importanti sono:
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Sviluppo polmonare (ipoplasia)
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Presenza di malformazioni associate (cardiache, cromosomiche, renali)
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Necessità di ECMO
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Lato e dimensione del difetto
Nei casi isolati e trattati in centri di riferimento, la sopravvivenza supera l’85%.
Quando rivolgersi a uno specialista
La gestione della CDH richiede una stretta collaborazione tra neonatologi, chirurghi pediatrici, anestesisti, pneumologi e nutrizionisti. È fondamentale che i neonati affetti vengano presi in carico presso centri specializzati in chirurgia neonatale e malformazioni congenite.